(...)
il suono è movimento e prodotto di movimento. Il movimento, applicato
alla parola, si complica con i moti della lingua che si estende e
restringe, ingrossa e accorcia, dilata e assottiglia nella pronuncia.
"Provasi" – dice Leonardo – "come tutte le vocali sono pronunziate con
la parte ultima del palato molle, il quale copre l'epiglottide, e tal
pronunziazione viene dalla situazione delle labbra
con le quali si dà il transito al vento che spira, che con seco porta
il creato sòno della voce. Il quale sòno, ancor che le labbra sieno
chiuse, spira per gli anari del naso, ma non sarà mai, per tale
transito, dimostratore d'alcune d'esse lettere" (vocali) "e per tale
esperienza si può con certezza concludere, non la trachea" (la laringe)
"creare alcun suono di lettera, ma il suo ufizio sol s'astende alla
creazione della predetta voce, e massime nel a, o, u."
Dunque il suono laringeo è la materia sonora, la quale acquista valore verbale soltanto per mezzo della lingua, della bocca e delle labbra.
(da: Lauri-Volpi - "Misteri della voce umana", 1957)
Dunque il suono laringeo è la materia sonora, la quale acquista valore verbale soltanto per mezzo della lingua, della bocca e delle labbra.
(da: Lauri-Volpi - "Misteri della voce umana", 1957)
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