giovedì 26 gennaio 2017

Una lezione di canto con Giacomo Lauri - Volpi

Giacomo Lauri-Volpi, Raoul ne "Gli Ugonotti" all'Arena di Verona, prima di entrare in scena (1933)

Il grande tenore Giacomo Lauri-Volpi, intervistato dal musicologo Gavino Gabriel, parla dell'Arte del Canto, in una registrazione del 1933 presso la Fonoteca Nazionale Italiana.


- Per cantar bene, con soddisfazione di chi canta e di chi ascolta, domandiamo a Voi, Giacomo Lauri-Volpi, che conoscete tutti i segreti del successo mondiale, quali sono i requisiti fondamentali?

Lauri-Volpi:
"Secondo la mia esperienza, questi requisiti sono tre: VOCE, ORECCHIO, ANIMA."


- A questi doni di natura che cosa aggiunge l'artista?


Lauri-Volpi:
"Alla VOCE, che è il mezzo, e non il fine del cantante, occorre dare perfetto sviluppo fisiologico: respirazione diaframmatico-costale, impiego esatto delle cavità di risonanza, fonazione esatta e sviluppo estetico - accento, chiaroscuri, fraseggio - affinché l'artista senta nella voce lo strumento immediato e sicuro per la espressione della sua volontà.
All'ORECCHIO, regolatore di tutti gli effetti, occorre dare un'educazione raffinata con la frequente audizione d'ogni genere di musica - vocale e strumentale, popolare e dotta - affinché riesca a precisare i più delicati giochi ritmici e a sviluppare nell'artista il senso particolare della quadratura del linguaggio musicale.
All'ANIMA poi, cioè alla istintiva capacità di vibrare e di rispondere a ogni espressione di bellezza occorre l'assistenza di una cultura varia specialmente indirizzata alla conoscenza e all'apprezzamento delle più insigni opere artistiche e letterarie d'ogni nazione."


- Chiarissimo. E qual è, nella educazione di una voce, per esempio in quella del tenore, qual è il problema centrale, cioè la difficoltà più grave?

Lauri-Volpi:
"Lo scoglio più pericoloso è la nota che altri chiama "di passaggio" e che io amo chiamare nota "di saldatura" tra il cosiddetto registro medio e quello acuto. Nella voce del tenore questa nota è il sol bemolle e la sua caratteristica difficoltà può essere agevolmente rilevata anche da un profano in quei brani musicali che di tale nota impongono l'attacco scoperto non preparato da altre note."


- Per esempio...

Lauri-Volpi:
"Darò tre esempi che riassumono praticamente tutto quanto ho accennato come teoria: Rigoletto, 'Parmi veder le lagrime' - Ugonotti, 'Dillo ancor' - Africana, 'O paradiso'. Questi esempi si prestano:

1) per dimostrazione di VOCE nel suo sviluppo fisiologico ed estetico:
vocale A con labiale forte (accenna l'attacco della prima sillaba "Pa-"); vocale I con dentale media (accenna l'attacco della prima sillaba "Di-"); vocale O pura " (accenna l'attacco "O")."

2) per dimostrazione di ORECCHIO con tre diversi effetti d'emissione:
(canta l'attacco del cantabile "Par-mi"; canta l'attacco dell'aria "Dil-lo"; canta l'attacco dell'aria "O Pa-")

3) infine, per dimostrazione d'ANIMA, cioè di sensibilità nei tre diversi stati di commozione:
nel Rigoletto, figurazione nostalgica dell'amata rapita (canta la frase "Parmi veder le lagrime"); negli Ugonotti, rapimento, tenerezza, pienezza estatica con l'amata tra le braccia (canta la frase "Dillo ancor, dì che m'ami"); nell'Africana, esultanza eroica per la bellezza ferace della terra, conquistata la patria (canta "O paradiso")


E la lezione è finita!"