venerdì 16 gennaio 2015

Accomodamento della A nel Canto Lirico secondo Giacomo Lauri - Volpi

Giacomo Lauri Volpi è stato uno dei più acclamati Tenori del Novecento.
Cantante di spicco in tutti i maggiori teatri italiani e al Metropolitan di New York, nato nel 1892 studiò e si formò a Roma con il Baritono Antonio Cotogni di cui conserverà stima e ammirazione per tutta la vita. Maestro tra l'altro di Corelli, cantò con uno splendido registro acuto, fiati perfetti e legato assoluto fino al 1977 quando per l'ultima volta si esibì in Spagna dove viveva da anni.
Questo Blog vuole essere un omaggio al grande Tenore ma anche un cammino di studi sulla sua tecnica e sui suoi numerosi scritti, che testimoniano un accurato e raffinato sistema nello studio del Canto Lirico secondo gli insegnamenti del grande Cotogni e anche sulla base della sua esperienza vocale personale.



Lauri-Volpi sulla vocale "A" nel canto lirico:

"Liberato il suono, fissatolo, arricchitolo di risonanze, il tubo vocale si pone in movimento, articola le sue diverse parti e forma le vocali, incominciando dalla regine tra esse: la A, in cui partecipa la massima espansione di risonanze e d'apertura tubale, quindi la maggior quantità della colonna d'aria, nella proiezione del suono e nella plastica del colore. Come la A è la regina delle vocali, così la lingua in cui essa prevale, è la regina delle lingue. Quanti colori, quante intenzioni nella A italiana..." (pag. 229)

Liberato il suono fissato (in maschera nel miglior punto in cui si arricchisce di risonanza) tutto lo strumento vocale si mette in moto (= si libera flessibilmente e si muove dando origine alle varie forme vocaliche) e il grande Volpi ascolta quella che definisce "regina" tra le vocali italiane, la A. Parlando di mobilità e apertura del tubo vocale certamente Volpi non intende un suono forzato nell'affondo (= con la laringe forzatamente bassa) ma lascia immaginare un "galleggiamento laringeo" flessibile e morbido in un tubo vocale ben aperto (esattamente come suggeriva Gigli).

"Si prenda, poniamo, la vocale A pronunciata naturalmente, immune da intenzioni tecniche. Questa vocale risuona aperta, talvolta sfacciata, con un colore di bocca. Non importa. Questo suono, a patto che non sia gutturale o nasale, potrà sempre raddrizzarsi dal piano orizzontale di natura. Per ottenere l'A estetica, tecnica, artistica, sarà sufficiente illuminare la mente con l'idea della "verticalità" del suono."

Per ottenere una A meravigliosa e adatta al Canto Lirico, il grande Volpi suggerisce di ACCOMODARE la Vocale A, adattandola in una posizione VERTICALE, spingendola con grazia e flessibilità in alto, verso i risuonatori superiori della Maschera.



"L'A naturale diventerà un'A sonora, musicale, rotonda con il solo dirigere la colonna d'aria vibrante contro le cavità cervicali, anziché abbassare, flettere i raggi sonori sul "piano radente" della cavità orale. L'arte è natura con l'aggiunta dell'intenzione, cioè della mente intuitiva che ha visione diretta della realtà. Arte e natura si integrano nella Grazia."

 La A nel Canto Lirico, è una vocale assai particolare, perché se pronunciata similmente al modo in cui si parla comunemente, tende, rispetto alle altre vocali, a mancare di proiezione. Ecco perché Volpi indica di "VERTICALIZZARE" la posizione della A, accomodandola verso le cavità di risonanza di testa risultando di fatto l'effetto sonoro di una "vocale mista" (mescolando la A con la O).



"L'arte non fa che correggere, raddrizzare la natura perfezionandola. Non è "anti-natura", ma "con-natura": integrazione della natura. Ed è la prova più evidente dell'esistenza dello spirito nelle cose. L'arte dell'uomo non fa che rivelarlo." (pag. 309)
[da: Giacomo Lauri-Volpi - "Misteri della voce umana", 1957]

Ecco, in sostanza spiegato magistralmente da Volpi, il vero CANTO NATURALE, il sistema attraverso cui un Cantante parte dalla natura e la corregge, appunto, a regola d'Arte, forgiando ciascun suono (= seguendo la naturalezza di emissione nei sistemi di amplificazione tipici della Tecnica Lirica) !

Perfino il Tenore Tito Schipa, che diceva "SI CANTA COME SI PARLA" in realtà arrangia la forma vocalica della A, aprendo visibilmente, quando canta, come si vede in questo e in altri video nei quali possiamo osservare le posizioni vocaliche impiegate dal Tenore leccese:






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